di Alberto Armanini
Era sepolta in quel punto dalla seconda guerra mondiale, dimenticata sotto la coltre di terra che l’aveva inghiottita, probabilmente dopo il lancio da un aereo alleato. A riportarla alla luce, al termine di un pericoloso riposo durato oltre settant’anni, è stato un ferroviere della «Piccola velocità», lo scalo merci ferroviario che si trova a ridosso di via Vergnano. Il ritrovamento è avvenuto ieri pomeriggio poco dopo le 16. RIMUOVENDO il terriccio con la pala di una ruspa, l’operaio che stava lavorando in quella porzione di piazzale, a cinque metri di distanza dall’edificio PM2, ha urtato un oggetto metallico di grandi dimensioni. Quello che dapprima gli era sembrato un ingombrante scarto d’acciaio, in pochi istanti si è rivelato essere tutt’altro, un oggetto molto più difficile da smaltire. Si tratta di un ordigno inesploso, uno dei tanti rinvenuti in quell’area nel corso degli anni. La costruzione più vicina al luogo del ritrovamento, appunto l’edificio PM2, è stata evacuata subito dopo l’intervento della Polizia ferroviaria, che ha disposto una transenna di circa cinquanta metri quadrati per isolare la bomba dal resto del cantiere e una seconda recinzione tutto attorno all’oggetto ritrovato. Nel pomeriggio, come rivelano le fotografie scattate nel cantiere subito dopo la scoperta, l’ordigno era stato interamente ripulito dal terriccio e appoggiato alla pala della ruspa, ma nella tarda serata di ieri si trovava adagiato sul terreno e parzialmente ricoperto, ad un metro soltanto da una linea di binari. Per questo alcuni operai avrebbero manifestato la propria preoccupazione per la sicurezza della zona. Il personale, che ha dovuto riprendere la propria attività nella notte e si ritroverà a lavorare a una distanza relativamente ridotta dalla zona transennata anche nel corso della giornata di oggi, si sarebbe detto preoccupato soprattutto per lo scarso livello di sicurezza garantito dalle attuali misure messe in campo dalla polizia ferroviaria. La vicenda ricorda quella dei dipendenti della ex Oto Melara, che lo scorso marzo si erano detti preoccupati per motivi simili dopo il ritrovamento di un altro ordigno alleato inesploso e poi fatto brillare domenica 20 aprile. Oggi sono attese le prime risposte alle perplessità dei ferrovieri ed altre misure per rendere sicura l’area interessata e permettere ai lavori alla «Piccola» di poter proseguire. Ci sarà anche da far luce sulla provenienza della bomba, un esemplare di circa due metri di lunghezza che prossimamente dovrà essere disinnescato. L’immediata ricostruzione storica, che potrà essere confermata dopo l’ispezione degli artificeri, basata su elementi deduttivi dettati dalle precedenti esperienze nell’area potrebbe non essere lontana dalla realtà. LA ZONA del ritrovamento si trova a breve distanza dall’ex Breda, la fabbrica d’armi che durante la seconda guerra mondiale serviva la causa bellica nazista. Il collegamento dell’azienda con le linee ferroviarie rendeva quella particolare zona di Brescia un obiettivo sensibile per i bombardamenti degli alleati, che nel 1944 colpirono proprio lì. Ecco spiegati i numerosi ritrovamenti.
Foto-Fonte: http://www.bresciaoggi.it/territori/citt%C3%A0/la-ruspa-scava-e-trova-un-ordigno-bellico-1.5813057