di Peppe Caridi
Torna la minaccia delle mine in Bosnia, colpita per le forti piogge da allagamenti e frane che smuovendo il terreno tolgono i cartelli di pericolo e fanno tornare in superficie le bombe inesplose piazzate durante la guerra del 1992-95. Le autorità per vent’anni hanno tentato di rimuovere il milione di mine nascoste nel terreno e prima delle attuali inondazioni stimavano ne fossero presenti ancora circa 120mila, in 9.416 campi segnalati. Il Mine Action Center fa sapere che da domani i suoi esperti saranno mandati sul campo, perché la presenza di ordigni è già stata segnalata in luoghi imprevisti. E il problema non è solo della Bosnia, perché gli ordigni potrebbero essere trascinati lontano dai fiumi. Diversi affluenti convergono del fiume Sava, che scorre lungo il confine croato e in Serbia incontra il Danubio, che poi scorre in Bulgaria e Romania verso il mar Nero. Secondo gli esperti, le mine potrebbero essere trasportate per mezza Europa o introdursi nelle turbine degli impianti idroelettrici. Secondo gli accordi internazionali, la Bosnia avrebbe dovuto essere sminata entro il marzo 2009, ma quella scadenza fu impossibile da rispettare. Il Paese con il maggior numero di tali ordigni in Europa ha quindi avuto un nuovo obiettivo di riuscirci entro il 2019. Dalla fine della guerra, secondo il Mine Action Center in Bosnia almeno 601 persone sono morte per le mine e altre 1.121 sono rimaste ferite. Quest’anno i morti sono stati quattro e i feriti otto. Fonte: http://www.meteoweb.eu/2014/05/alluvione-bosnia-stanno-tornando-in-superficie-bombe-inesplose-guerra-allarme/284329/
Campagna sensibilizzazione sul tema ordigni inesplosi promossa dall’ANVCG
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