Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

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Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

Tratto dal Messaggero Veneto del 01/03/2008

Categories: Editoriali

Giovanni L.Sono state rinvenute due granate da obice da 240 millimetri (due pezzi lunghi quasi un metro) nel cantiere a Mossa per l’intervento di sistemazione idraulica e di inalveazione dei torrenti Cristinizza, Versa e Bisunta.  Il ritrovamento è stato effettuato da una ditta specializzata che è stata chiamata dall’impresa appaltatrice dei lavori, per le operazioni di bonifica preventiva dai residuati bellici nei luoghi interessati dagli scavi e dai cantieri. Subito dopo il rinvenimento dei due ordigni della prima guerra mondiale, sono stati allertati i carabinieri della stazione locale. Tra qualche giorno arriveranno gli artificieri di Trieste per mettere in sicurezza l’area e smaltire le granate.
Giovanni Lafirenze, consulente tecnico ha sottolineato che i due reperti, risalenti alla prima guerra mondiale, hanno un grande valore per i collezionisti e gli appassionati; le granate da obice si distinguono per la spoletta posteriore e non anteriore. Sul suo sito, all’indirizzo on linewww.biografiadiunabomba.it, Lafirenze, esperto dell’argomento, fornisce numerosissime informazioni sui vari tipi di ordigni che si possono rinvenire nelle zone che un tempo furono teatri di battaglia.
“Si può fare un’analisi a vista sulla stabilità minima delle granate ma non si può mai avere una certezza- ha spiegato Lafirenze- non possiamo conoscere i congegni interni. Queste granate esplodevano con l’urto. Può darsi però che abbiamo colpito l’obiettivo ma con un’angolazione così ampia che non ha influito sulla spoletta. Una granata del Kossovo esplode a 8 mila metri al secondo, una di 90 anni fa a 3 mila metri al secondo. Si muore all’istante”.

Dott.ssa Ilaria Purassanta

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