Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

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Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

Rivive il ricordo di Antonietta uccisa a nove anni dai nazisti

Categories: Bonifica perché

di Luca Fiorin
Era morta il 26 aprile 1945, il giorno dopo la Liberazione dai nazifascisti, uccisa a soli 9 anni di età da un proiettile vagante sparato nel corso di uno scontro fra partigiani e tedeschi in fuga. Ora, a 69 anni da quel drammatico episodio, a quell’inconsapevole ultima vittima della seconda guerra mondiale a Veronella viene dedicato un parco giochi.
Uno spazio in cui oggi i bambini vanno sull’altalena ma che si trova a non più di una cinquantina di metri da quella piccola casa sul cui uscio ha improvvisamente, ed assurdamente, finito i suoi giorni Antonietta Visentin.
Era il pomeriggio del 26 aprile 1945, attorno alle ore 17, quando a San Gregorio, in un’area vicina alle scuole elementari e all’asilo, che allora era di aperta campagna e che adesso è invece tutta abitata, si accese uno scontro a fuoco fra una pattuglia di partigiani e un gruppo di soldati germanici in ritirata.
I primi a sparare, secondo le ricostruzioni fatte allora e poi tramandate dalle cronache, erano stati i partigiani, e in risposta alle loro scariche i tedeschi avevano abbandonato la strada maestra per buttarsi nei campi e da qui rispondere al fuoco a colpi di mitragliatrice.
In quella zona l’unica casa allora presente era proprio quella in cui abitava la famiglia Visentin, che era formata da Luigi, Lucia Borasco e dalle loro quattro figlie. Casa contro la quale molti di quei colpi vennero indirizzati.
«Sentendo il rumore delle armi», racconta un cugino, Enrico Contri, che ancora abita a San Gregorio, «Antonietta socchiuse la porta di casa per vedere cosa stesse succedendo, e venne colpita alla testa da un proiettile. D’altronde, in quei momenti concitati e drammatici, anche una delle sue tre sorelle rimase ferita da un colpo d’arma da fuoco ad un braccio».
Morì così Antonietta Visentin. Per colpa di una guerra di cui lei non aveva che una percezione indiretta. «Abitava non molto lontano da casa mia e, visto anche che eravamo coetanee, ci legava una grande amicizia», racconta Luigina Benetti. «Mi ricordo ancora dei pomeriggi in cui mi invitava a casa sua a mangiare una specie di miele che veniva usato per addolcire la paglia che veniva data agli animali, così come delle ore in cui, finita la scuola, andavamo a fare i compiti dentro l’asilo. Allora c’era la guerra, ma noi non ce ne rendevamo completamente conto. Anzi, mi ricordo un’occasione in cui le suore della materna ci dissero di correre dentro perché cadevano le bombe ed io ed Antonietta ridevamo di nascosto, perché nella fuga avevamo rotto delle boccette di inchiostro».
La guerra, però, era una tragica realtà e lo rimase anche nei giorni successivi al 25 aprile, il giorno della Liberazione e, almeno sulla carta, della fine della guerra, con i soldati tedeschi in disperata fuga verso nord, inseguiti dai nuclei partigiani. E anche Antonietta Visentin fu vittima di quei momenti terribili.
Il ricordo di quella bambina uccisa nel conflitto a fuoco di San Gregorio divenne con il passare degli anni sempre più sbiadito, in una comunità che doveva fare in primo luogo i conti con le necessità quotidiane di un dopoguerra difficile, segnato dalla miseria.
La memoria della piccola Antonietta non è però svanita, alimentata naturalmente dai familiari e, in seguito, dello storico locale Guerrino Maccagnan, che ne ha parlato in una pubblicazione di qualche tempo fa. E di lei non si sono scordati i nipoti, che ancora vivono a San Gregorio. I quali, grazie alla pagina Facebook «Sei di San Gregorio se…» ne hanno raccontato la storia, che poi ha finito per portare all’intitolazione del parco giochi, recentemente deliberata dalla Giunta comunale di Veronella.
«Grazie al social network abbiamo fatto delle ricerche e abbiamo pensato di dedicare ad una bambina morta tragicamente tanti anni fa un luogo in cui vanno a giocare i bambini di oggi», racconta il sindaco Michele Garzon. Il quale ha già inviato tutta la documentazione al prefetto Perla Stancari, a cui spetta la conferma dell’intitolazione, e, in attesa dell’approvazione definitiva, ha comunque dato mandato per la realizzazione della targa. Convinto che nessuno possa dire no a una commemorazione significativa come questa.  

Fonte: http://mobile.larena.it/stories/Home/716820_rivive_il_ricordo_di_antonietta_uccisa_a_nove_anni_dai_nazisti/

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