Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

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Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

Quando il promontorio fu piegato dai bombardamenti del 28 aprile 1944

Categories: Bonifica perché

di Renzo Wongher 
STEFANO. 28 Aprile 1944: sono trascorsi 69 anni, ma ancora i santostefanesi superstiti della generazione nata nei primi anni ’30 ( e precedenti) portano impresso nella loro mente il ricordo di quella giornata di fuoco, quando l’Argentario sembrò un vulcano in eruzione: lampi accecanti, esplosioni violentissime, colonne di fumo, trasformarono il versante nord del promontorio, già provato da 52 incursioni aeree, in un girone infernale. Proprio quel giorno – il cui anniversario cade oggio – rivive attraverso il racconto che ne ha fatto don Pietro Fanciulli, mancato all’affetto dei suoi concittadini appena qualche settimana fa , nel suo ormai introvabile volumetto “Il dramma di un paese”. Scrive don Pietro: «Il 28 aprile, per Porto Santo Stefano, fu il giorno più terribile di tutto il tempo di guerra. Forse in preparazione dell’offensiva finale contro i tedeschi, gli aerei alleati compirono per tutto il giorno 28 e le prime ore della notte del 29 il più spaventoso bombardamento che soffrì Porto santo Stefano, sia per il numero incredibile di aerei partecipanti all’incursione, sia per la durata della stessa e la quantità delle bombe sganciate dai velivoli». Alle 14,37 del 28, ha ricordato don Pietro, circa 600 quadrimotori (530 secondo altra fonte) effettuarono il più massiccio bombardamento del promontorio – fu colpito anche Orbetello – Gli aerei si presentarono in formazioni serrate e in ondate successive ad intervalli di 6/8 minuti, spuntando da ogni direzione, per effettuare un bombardamento “a tappeto”. L’attacco, formidabile, durò più di un’ora. Le batterie contraeree, piazzate sulla Giannella, colpirono un quadrimotore che andò a scontrarsi con un altro aereo e tutti e due precipitarono sule colline dietro l’abitato. Dell’equipaggio dei due aerei si salvò solo un ufficiale americano che condotto a Orbetello fu spietatamente ucciso. Alle ore 17 aerei da caccia si calarono in picchiata dai Ronconali e lasciarono cadere bombe nelle zone della Fortezza e della Pilarella, distruggendo due file di palazzi. Alle ore 19 dodici cacciabombardieri mitragliarono e bombardarono le batterie della Giannella. Alle ore 0.30 del 29 aprile un altro improvviso, spaventoso bombardamento notturno su Porto santo Stefano, ormai abbandonato dalla popolazione, concluse la più terrificante giornata vissuta dal capoluogo dell’Argentario. I bombardamenti continuarono il 6, l’11, il 12, il 15, il 17 maggio. Il 7 giugno l’ultimo attacco aereo con 24 bombardieri. Poi il silenzio sulle macerie polverose del paese completamente distrutto. Ma i santostefanesi non mollarono e ricostruirono il loro paese quasi più bello di prima.
Fonte:http://iltirreno.gelocal.it/grosseto/cronaca/2013/04/28/news/quando-il-promontorio-fu-piegato-dai-bombardamenti-1.6970597

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