Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

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Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

NAYWA E YAHYA

Categories: Bonifica perché

Non è semplice segnalare, divulgare in
Italia, danni, pericoli prodotti dai residuati bellici. Specialmente
per un portale web come biografiadiunabomba.blogspot che riceve le notizie grazie alla rete. Classico esempio la vicenda dei due
operai impegnati in alcuni scavi nelle vicinanze d’Ypres, colpiti
dall’esplosione di un residuato bellico della prima guerra mondiale.
Rare le notizie divulgate a livello europeo, mondiale. Che sia
soprattutto censura ? Volesse il cielo sia così, starebbe a
significare che queste vicende vengono considerate talmente
importanti al punto da silenziarle in nome di una ragione
“superiore”. Ma così non è. La verità veste panni economici.
La notizia, importante, leggera che sia, indurrebbe l’eventuale
lettore ad acquistare una copia del giornale ? Se i redattori pensano
di si la pubblicano, altrimenti resta tra i lanci fantasma delle
notizie ignorate. Certo la cronaca odierna difficilmente può
lasciare spazio alle vittime dei residuati bellici. La guerra civile in Ucraina, in Siria. La crisi economica in Italia, la politica, il
calcio, la medicina, la vicenda “stamina”, gossip in genere,
eccetera, eccetera, occupano gli spazi che meritano. Certo non tutti
ritengono disdicevole che le nostre fonti informative porgano,
giornalisticamente la precedenza all’estetista di Sharon Stone e
meno, anzi silenzio assoluto se il 2 aprile del 2014 a Darfur due
bambine di 7 e 6 anni raccolgono una granata del conflitto locale, la
guardano, pensano possa trattarsi un gioco. Najwa la prima bimba,
Yahya la seconda. Quel pezzo di ferro è pesante, ma colorato. È
bello. Forse volevano mostrarlo ad amici e fratelli. Non ci sono
riuscite, la granata è esplosa uccidendole all’istante. Ovviamente
nessuno e neanche chi scrive, avrebbe preteso d’apprendere la notizia
dal Corriere Della Sera o da altre testate nazionali o europee.
Tuttavia sarebbe stato naturale ricevere il drammatico comunicato da
chi da anni è impegnato in quei siti di guerra. Ma non solo. Nel
mondo, anche in Italia, ci sono Associazioni che lavorano per lenire
le miserie africane. Nulla di nulla, anche per questi nobili gruppi
Naywa eYahya non sono mai esistite. Da Unicef, Amnesty, Save The
Children, Emergency, solo per fare qualche autorevole citazione,
silenzio assoluto. La guerra uccide anche quando termina, di rado
diventa cronaca estesa. Una sorta d’omertà, involontaria complice
della divulgante indifferenza alla guerra.
Per anni, storia, letteratura,
documentari avrebbero spiegato che la guerra, regolamentata dalle
convenzioni di Ginevra, ha prodotto e produce ancora oggi, crimini
contro l’umanità, ma non è la stessa guerra l’unico vero infinito
crimine contro l’umanità ?
Giovanni Lafirenze
Fonte:
https://www.radiodabanga.org/ar/node/72143?quality=hi
Campagna sensibilizzazione sul tema
ordigni inesplosi promossa dall’ANVCG

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