Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

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Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

Il ritorno di El Harith

Categories: Editoriali

È radio Dabanga a diffondere la notizia dell’incidente da Uxo subito da un ragazzino sudanese, residente a Khor Shalal, località a sinistra del torrente Mareb, a nord di Kassala, poco distante dal confine eritreo. Un gruppo di bambini pronti ad affrontare la giornata in classe, trova nei pressi della scuola munizioni abbandonate in strada. Il gruppo di studenti con disgusto e paura le ignorano. El Harith Mohamed al contrario, mentre gli amici velocemente si allontanano, rallenta, blocca i sui passi, le osserva. El Harith, è affascinato dalla struttura, quasi attraente delle bombe inesplose. Oggetti di forme diverse, che seducono, incantano, attraggono, conquistano la curiosità di El Harith. Il bimbo le trova grandi, imponenti, inginocchiandosi, raccoglie l’ordigno più piccolo, più leggero, le sue manine sollevano una bomba a mano. Gli amici sono già in aula, i genitori lavorano tra i campi, la sorella di qualche anno più grande è affaccendata nei lavori di casa, nel villaggio si mercanteggia. El Harith continua ad esaminare la piccola bomba. Le sponde del torrente continuano a riempirsi di pescatori. El Harith seguita a manipolare l’ordigno. Dall’altra sponda del torrente i contadini vigilano, curano le piantagioni di grano ed erba medica. All’improvviso, El Harith, cade è investito da improvvisi bruciori. I contadini continuano  a lavorare nei campi, ma El Harith non vede più. I pescatori accumulano pesci ed urlano,  El Harith non percepisce le voci. A scuola gli amici studiano, a casa i genitori attendono il suo rientro….

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