Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

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Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

Giovanni Marchionni: Il primo caduto giuliese nella grande guerra del 1915-18

Categories: Bonifica perché

Ricerca pubblicata sul libro “Quando c’era la guerra” di
Artemia edizioni

Giulianova. Il 9 giugno del 1915,
dopo solo 17 giorni dall’entrata in guerra dell’Italia contro l’Impero
Austro-Ungarico, a soli 26anni, perdeva la vita Giovanni Marchionni, il primo
caduto giuliese della 1° Guerra Mondiale. Nato nella zona del “Convento”, oggi
C.da Casale-Case di Trento, il 16 marzo 1889 da Antonio e Maria Massi. Nei
primi mesi del 1909 parte per gli USA dove trova lavoro a New York. Il
distretto militare di Teramo, d’ufficio, lo colloca nel reggimento fanteria
Genova perché irreperibile. Nel settembre del 1914 rientra in Italia per
svolgere il servizio di leva nel 17° reggimento fanteria di Ascoli Piceno,
l’anno successivo, a causa dello scoppio della guerra, viene trattenuto sotto
le armi. Il 21 maggio parte con il 17° fanteria da Ascoli Piceno aggregandosi
al 18° fanteria che parte da Chieti per comporre la “Brigata Acqui”. La sera
del 28 giugno sono a Tapogliano (Udine) sotto le dipendenza della 14° divisione
del VII corpo d’armata. Il 7 giugno la Brigata Acqui passa l’Isonzo sul ponte di
Pieris, trasferendosi a Turriaco (Gorizia) per iniziare la conquista
dell’altipiano Carsico (Prima offensiva, 25 maggio-26 giugno 1915), il 9 giugno
occupano la zona di Sant’Elia, oggi San Pietro d’Isonzo (Gorizia), perdendo 386
soldati e 14 ufficiali, tra questi, risulterà disperso in combattimento, il
giuliese Giovanni Marchionni. Per uno scherzo del destino o per la scarsa
comunicazione tra il comando e il distretto di appartenenza dell’epoca il suo
foglio matricolare reca scritto: partito da territorio in stato di guerra per
ferite riportate in combattimento a Sant’Elia; mentre la lapide dei caduti di
Giulianova lo colloca come morte nel 1917 con la modifica del cognome in
“Marchionne”. Lo scorso 15 maggio, a Giulianova, il giornalista Walter De Berardinis
coautore con Sandro Galantini della ristampa del libro di Francesco Manocchia
“Quando c’era la guerra” della casa editrice Artemia, ha ricordato la sua
figura attribuendo alla sua memoria una pergamena, frutto delle ricerche
pubblicate sul libro, con la seguente frase: “…in occasione dell’88ma adunata
degli Alpini a l’Aquila e del centenario dell’entrata in guerra dell’Italia,
ricordiamo il caduto Giovanni Marchionni, per aver sacrificato la propria vita
per la Patria nel pieno della sua giovinezza. Giulianova intera non dimentica.
Questa pergamena resterà come testimonianza da tramandare da Padre in Figlio
per perpetuare la sua memoria”. 

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