Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

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Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

ESPLODE RESIDUATO BELLICO: TRE FERITI

Categories: Bonifica perché

Novalesa è un piccolissimo paese appartenente alla Comunità Montana
di Val di Susa provincia di Torino, è situato ai confini con la Francia. Un
comune turisticamente attrattivo famoso per l’Abbazia della Novalesa. Borgo
composto da bellissime borgate medioevali e suggestivi percorsi di montagna. All’inizio
della seconda guerra mondiale la località  è stata importante base logistica durante la
Battaglia delle Alpi Occidentali. L’Abbazia, situata a pochi chilometri dalla
vecchia postazione dei cannoni di Moncenisio, dopo l’otto settembre del 1943, è
stata sede di comandi militari e rifugio di alcuni gruppi partigiani della
Valle. Ancora oggi ricordiamo la fratricida battaglia di Grange Sevine consumatasi
nell’agosto del 1944 tra partigiani e soldati R.S.I. proprio nel territorio di Novalesa.
Giovani muniti di armi, ma ricoperti di miseri abiti. Giovani che per idee o
per fame seguivano opposti ideali, ma amavano o bestemmiavano l’identica
Bandiera italiana. Orgoglio e paura, valore e sgomento accompagnavano le loro
missioni, le loro battaglie. Queste le pagine di storia, oggi il minuscolo
Paese è proiettato ad accogliere i villeggianti da tutto il mondo, tuttavia come
ben sappiamo alcuna guerra termina del tutto con sorrisi o trattati di pace. Il
2 marzo la tragica notizia: esplode un residuato bellico che ferisce tre
ragazzi intenti a bruciare sterpaglie in un campo di patate. Il più grave dei
tre è un sedicenne che spinto da curiosità raccoglie l’oggetto esplodente. Sembra
abbia perso una mano, subito numerose ferite da schegge sul corpo ed altrettanti
danni agli occhi, è stato ricoverato al CTO di Torino dove è tutt’ora
sottocontrollo. I due amici, sono stati soccorsi allo stesso ospedale a causa
di preoccupanti ferite, sul corpo e all’apparato visivo, ma non corrono rischi.
A dire delle numerose fonti i tre sarebbero stati attratti dal colore rosso del
residuato bellico, forse una Breda 35. Il ragazzo che ha perso la mano solleva
l’oggetto. Forse non comprende o forse si. I due compagni si avvicinano, la
bomba esplode. Il potente, infernale, infuocato boato travolge i ragazzi. Il
dramma è compiuto. Ogni speranza è travolta.
Giovanni Lafirenze

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