Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

News

Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

EROI UMILI

Categories: Editoriali

08/11/2007

E’ stato scoperto lo scorso primo novembre (precedentemente era stato programmato per il 25 aprile 2007) il cippo commemorativo dedicato alla squadra B.C.M (bonifica campi minati) di Aprilia. Doveva essere il vescovo di Albano Laziale monsignor Marcello Semeraro a presenziare alla cerimonia religiosa, invece all’ultimo momento ha dato forfait (probabilmente a causa della contestazione in atto da parte della comunità cattolica della parrocchia dei Santi Pietro e Paolo). Il cippo è stato posto sulla sinistra, dopo l’ingresso del vecchio cimitero. Inciso nel travertino si legge: “Agli eroici sminatori – che nel 1945 – bonificarono dalle mine -il territorio di Aprilia – rendendo possibile a costo della vita – la rinascita della città – con riconoscenza e perchè – non si perda la memoria – i cittadini di Aprilia -25-4-2007”. Su un altro lato i nomi di sei appartenenti alla squadra bonifica campi minati, deceduti durante l’adempimento del loro lavoro, e sono: “ De Meis Francesco di anni 20 M. 21-3-1945 – Borelli Ulderico di anni 25 M.11-04-1945 – Levorato Attilio di anni 31 M.11.04.1945 -.Trombin Duilio di anni 19 M.11.04.1945 – Davi Antonio di anni 24 M.29.11.1945 – Nasoni Antonio di anni 19 M.29.11.1945. A scanso di equivoci, diciamo subito che aver posto il cippo in memoria di questi caduti civili è stata un’opera meritevole da parte di alcuni cittadini apriliani che si sono anche accollati l’onere economico, ma a nostro avviso non rende giustizia a tutti gli altri componenti della squadra B.C.M. che hanno avuto una sorte migliore rispetto ai loro sei compagni sventurati. La nostra proposta è quella di affiggere una targa dedicata a tutti gli altri componenti della squadra che hanno partecipato alla bonifica del territorio apriliano. E qui vogliamo riproporre un articolo scritto il 29 marzo 1997, oltre dieci anni fa, e ripubblicare la relativa foto d’epoca che ci ha permesso di approfondire questa nostra ricerca, tra l’altro utilizzata poco correttamente dal responsabile del cerimoniale del Comune di Aprilia, senza citare l’autore, per assegnare una medaglia d’argento a Mario De Cet, unico sopravvissuto della squadra B.C.M. ed ai parenti presenti dei deceduti, il 29 ottobre 2004, in occasione del 67° anniversario dell’inaugurazione di Aprilia dall’allora sindaco f.f. Paolo Pompeo Verzili. Articolo in seguito riportato, e modificato a seguito di ulteriori ricerche, nel giugno 1997, nel saggio: “Aprilia – 60 anni – Storia e Cronaca” a cura del sottoscritto e riproposto nell’agosto del 2004. “Questa vecchia foto, del 1946, anche se macchiata e ingiallita dal tempo, viene conservata come fosse una reliquia dal suo possessore, perché‚ ricorda dei momenti indimenticabili della vita di un uomo. Erano i giorni difficili del dopoguerra. Pur di guadagnare la giornata si rischiava la vita quotidianamente, andando a bonificare i campi minati. La foto è stata scattata da Pietro Alberto Beraldin, autista del “Truck” di Mario ed Ezio Pazienti, adibito al trasporto della squadra apriliana di rastrellatori di mine, lungo la via Nettunense, a Campo di Carne, all’altezza del Podere Gerardi. I dieci componenti della squadra agli ordini del capitano Ezio Gigli, geometra dell’O.N.C. (Opera Nazionale Combattenti) sono: Angelo Bartolanza, Andrea Betti, Giuseppe Casani, Guerrino “Ino” Costantin, Mario De Cet, Guido Farina, Eliseo Presutti, Antonio “Tonino” Principe, Alfonso Quarzago, Mariano Romagnoli. A questi uomini, non soltanto questi della foto, a tutti i bonificatori dei campi minati, ma soprattutto a chi ha perso la vita nel compiere il proprio lavoro, l’Amministrazione Comunale, dovrebbe dedicare qualcosa di importante della città. Al tal proposito vogliamo riportare una lettera aperta (siamo stati autorizzati), del 20 dicembre 1987, di Mario De Cet, uno degli ultimi “Sminatori” viventi, insieme ad Eliseo Presutti, inviata all’Amministrazione Comunale in occasione della chiusura del cinquantesimo anniversario della fondazione della città rifiutando l’invito alla cerimonia, poiché‚ nessuno si era ricordato dei caduti sui campi minati. “Dedico questo invito ai miei compianti amici deceduti compiendo il proprio dovere nella B.C.M. (Bonifica Campi Minati) nel territorio di Aprilia. Credo che dopo tutte le cerimonie fatte nel ricorrente Cinquantenario sia il primo riconoscimento. Gli amici deceduti erano: Attilio Levorato, Antonio Davi, Duilio Trombin, Antonio Nasoni, di Aprilia, Antonio De Meis di Borgo Le Ferriere, Ulderico Borelli di Treviso”. A seguito di una visita avvenuta il 22 febbraio 1945, gli inviati dell’Opera Casati, nella relazione sulla situazione di Aprilia dicono tra l’altro: “…i lavori della campagna sono ostacolati dalle numerose mine. Il Comune, che come abbiamo detto, comprende molte frazioni, copre una superficie di 17 mila e 500 ettari di cui un terzo minata. Una squadra di artificieri, opera in questa zona, ma, data la scarsità dei mezzi e il numero limitato di uomini, non libera più di un ettaro al giorno di mine. Proseguendo di questo passo occorrerebbero oltre dieci anni per ultimare il lavoro. E’ necessario quindi ottenere dal Ministero della Guerra l’invio di squadre più numerose. Il 1945 fu un anno tragico per i Bonificatori, il primo a cadere è stato Francesco De Meis il 21 marzo, in zona Giannettola, non era trascorso nemmeno un mese, che succede l’incidente più grave, l’11 aprile, saltano in aria: Ulderico Borelli, Attilio Levorato di 31 anni, Duilio Trombin di 19, erano le 11.30, in un podere lungo la strada di Carano, come riportato negli atti di decesso del comune di Aprilia. Il 29 novembre, tocca ad Antonio Davi di 24 anni e Antonio Nasoni di 19 anni, l’ora sembra fatale, erano le 11 e 36, la zona Spaccasassi. Il primo autista delle squadre di bonificatori è stato Filippo “Pippo” Chiappini, Michelangelo Pasqualone era “Il Mitico Infermiere”, altri Bonificato sono stati: Oreste Infanti, Pietro Spigariol, Alessandro Giammaria e “Memmo” Giammaria, forse il più celebre degli “Sminatori”, scomparso per malattia, non molto tempo fa. Memmo, in una intervista, del 1963, è stato definito “Guglielmo senza paura”: “Memmo nel novembre del ‘44 con altri undici temerari di Aprilia andò a San Martino del Cimino per seguire un corso di un mese al fine di ottenere la qualifica di “sminatore”. Tornato ad Aprilia a prendere servizio, la “Squadra della morte” operò sui minatissimi campi di tutto l’agro rischiando giorno per giorno la propria vita.
Ed infatti, alla fine del lungo lavoro durato quattro anni, i dodici sminatori erano ridotti a sei letteralmente dimezzati”. Dal 1946, ricorda Alberto Beraldin, non ci sono più stati morti tra i componenti della “Squadra”, ricorda Tonino Principe ferito da un arnese sotterrato, chiamato “Bucapiede”, era micidiale. Eliseo Presutti, ha svolto quel lavoro per due anni, dal 1946 al 1948, quando la squadra fu smobilitata. Si considerava fortunato almeno sotto il profilo economico, aveva conseguito il brevetto a Latina e destinato ad Aprilia, per questo motivo, oltre alla paga e all’indennità di rischio, riceveva l’indennità di trasferta. Ricorda quando si recavano a Nettuno a riscuotere la paga, il vecchio Oreste Infanti, pagava due bottiglie di liquore, forse per la gioia di essere ancora vivo. Aprilia che era inclusa nella quarta zona B.C.M., deve a questi uomini l’inizio della sua seconda vita, Meriterebbero certamente più considerazione nelle nostre celebrazioni cittadine”.
A seguito della pubblicazione di questo articolo la sorella di Attilio Levorato ci ha fornito ulteriore documentazione in copia che abbiamo integrato nel saggio riferito: “Attilio Levorato aveva preso servizio nella squadra bonifica campi minati il primo marzo 1945; la paga della prima quindicina di lavoro l’aveva ritirata il 20 marzo, per un importo di lire 2.597,23. Nel 1947 il Ministero della Guerra gli rilasciò un diploma di benemerenza alla memoria”.

CondividiShare on FacebookShare on Google+Tweet about this on TwitterShare on LinkedIn

Lascia un commento