Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

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Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

Conoscere per Ri-Conoscere al G. Ferraris di Molfetta

Categories: Editoriali

L’incontro è previsto alle ore 9,30 presso l’aula magna dell’Istituto. Alla conferenza oltre al Dott. Luca Cifarelli, partecipa l’ing. Vito Alfieri Fontana, responsabile e referente per l’Ambasciata Italiana in Bosnia –Erzegovina per quanto riguarda i lavori di sminamento umanitario. Giungiamo al G. Ferraris qualche minuto prima, giusto il tempo di salutare la Vice Preside, prof.ssa Antonella Rotondella, quest’ultima allerta del nostro arrivo gli studenti rappresentanti d’istituto. Nel contempo uno dei ragazzi ci accompagna in aula. Il tempo di sistemare, computer, chiavetta e proiettore, e siamo già pronti, l’aula è stracolma. Il rappresentante d’istituto Alessandro Leone introduce le ragioni della Campagna promossa dall’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra e MIUR, presenta gli oratori, cede il microfono al Dott. Cifarelli, il quale porge ai presenti il saluto della Direzione Nazionale, spiega la vitale importanza del Dipartimento ordigni bellici inesplosi, infine passa la parola all’Ing. Fontana. Per mezzo delle sue slide Vito Alfieri cattura l’attenzione degli studenti. Vito nota appesa al muro, una foto di Don Tonino bello, perciò racconta dell’impegno profuso dal Vescovo per la definitiva proibizione dell’uso (Ottawa), delle mine antiuomo. I ragazzi ascoltano in assoluto silenzio, Vito, termina il discorso rivolto al Vescovo, i ragazzi gli dedicano un interminabile applauso. Luca passa la parola a chi scrive, la lavagna interattiva mostra immagini di ordigni, residuati bellici visti con gli occhi del 2016, lo stupore dei ragazzi e ben visibile dai loro sguardi. Una ragazza sgrana gli occhi, porta una mano sulla bocca, sembra sorridere, ma è incredula di ciò che vede. Ai ragazzi è spiegato che il 15 dicembre 2016 a Fabrizia, (Vibo), un residuato bellico risalente alla seconda guerra mondiale a causa del calore prodotto da sterpaglie in fiamme detona ferendo cinque lavoratori. L’incontro termina con la consegna degli attestati e della targa ricordo per l’Istituto. Conoscere per Ri-Conoscere continua…

G.L.

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