Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

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Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

Bomba inesplosa al Dal Molin: dall’Afghanistan militari artificieri L’area pattugliata continuamente

Categories: Bonifica perché

di Chiara Roverotto
Anche la Polizia Provinciale di supporto al controllo dell’area da parte delle forze dell’ordine per evitare intrusioni. In attesa che gli artificieri disarmino il “mostro silente” di 4.000 libbre (e soprattutto 1.814 chilogrammi di esplosivo) ritrovato nell’area del futuro Parco della Pace, Palazzo Nievo mette a disposizione delle forze dell’ordine cittadine i suoi uomini in divisa, con il compito di presidiare il sito. 
“Un compito di vigilanza – sottolinea il Dirigente Provinciale Adriano Arzenton – molto delicato. I nostri agenti sono chiamati ad evitare intrusioni”. Una richiesta di collaborazione, partita dalla Questura cittadina, cui la Provincia di Vicenza non si è sottratta. “Come è noto, la Polizia Provinciale può avere compiti di Pubblica Sicurezza oltre ai normali incarichi che è chiamata a svolgere. Nel caso specifico forniremo una pattuglia a giorni alternati fino al momento delle operazioni di disinnesco”. 
ORE 6 A VICENZA ARRIVERANNO GLI ARTIFICIERI. “Per omnia asperrima”. E già con il motto: “Attraverso qualsiasi difficoltà” il 2° Reggimento Genio Guastatori di Trento che appartiene alla Brigata alpina Julia che si sta occupando tecnicamente dell’ordigno rivenuto a nord est della pista principale del vecchio aeroporto Dal Molin, dovrebbe rappresentare una certezza. 
La bomba: MK 2 di 4.000 libbre di fabbricazione inglese passerà attraverso le loro mani. Ai militari il compito del disinnesco, della messa in sicurezza e, quindi, del trasporto in un sito, che non è ancora stato individuato.
Una squadra composta da cinque o sei persone, alcune delle quali tornate dall’Afghanistan lo scorso settembre. Altri paesaggi, altri climi e, soprattutto, altri ordigni. «Gli ultimi militari sono rientrati dopo un’operazione durata sei mesi. Uomini preparati – spiega il comandante, il colonnello, Giovanni Fioretto – addestrati a ogni tipo di trappola esplosiva, e in quelle terre non si scherza. Si lavora in emergenza e gli ordigni non hanno nulla da spartire con le bombe della Seconda guerra mondiale, magari sono più piccole, ma in grado di provocare danni enormi come peraltro è accaduto. Non dobbiamo dimenticare i morti italiani e non solo».
«L’ordigno rinvenuto a Vicenza – riprende il comandante – è sicuramente importante: 1.800 chili non sono pochi e, sulla base delle segnalazioni che abbiamo raccolto, questa dovrebbe essere l’ultima delle bombe inglesi lanciate e rimaste inesplose. Indipendentemente dal fatto che i nostri artificieri abbiano lavorato in missioni all’estero credo che l’operazione si svolgerà tranquillamente, non vedo almeno allo stato attuale, pericoli. Certo, è necessario mettere in piedi una macchina organizzativa notevole che ha già mosso i primi passi ieri mattina con la messa in sicurezza dell’ordigno e con la sorveglianza 24 ore su 24».
Per ora ora non c’è ancora una data precisa prevista per il “Bomba day”, secondo le prime indiscrezioni ci vorranno almeno un paio di mesi per preparare tutte le procedure che prevedono lo sfollamento di 46 mila vicentini divisi tra i comuni di Vicenza, Monticello C. Otto, Caldogno, Dueville e Costabissara. 

Fonte:
http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Home/586856_bomba_inesplosa_al_dal_molin_dallafghanistan_militari_artificieri_larea_pattugliata_continuamente/

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