Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

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Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

Afghanistan: Giuseppe La Rosa, il capitano che amava lo studio

Categories: Bonifica perché

(AGI) – Roma, 8 giu. – Segni particolari? “Pigro, pigro, pigro…”. Cosi’ si definiva Giuseppe La Rosa, il soldato italiano morto oggi in Afghanistan, sul suo profilo Facebook. Un ragazzone di 31 anni, single, un grande rapporto con la cugina con cui aveva fatto un viaggio a Madrid pochi mesi fa. Pigro per modo di dire: neanche tre mesi fa si era laureato in Scienze Politiche all’universita’ di Torino, e la foto di lui sorridente e elegantissimo, con la didascalia “Fatto!” campeggia il 18 marzo sul suo profilo. Nato a Barcellona Pozzo di Gotto, di stanza al terzo reggimento bersaglieri della Brigata Aosta, un appartamento a Cagliari, una vita dedicata all’Esercito, fino alla missione in Afghanistan. Su Facebook sono gia’ numerosi i messaggi di cordoglio dei suoi commilitoni: “Ciao capitano te ne sei andato mentre servivi il nostro Stato con onore come hai sempre fatto… Sei stato un bravissimo comandante di compagnia e non ti dimenticheremo mai”, scrive un soldato. E un altro: “Rimarrai sempre nei nostri cuori con le tue pose plastiche e tutti i momenti passati insieme che ci hanno dato la forza di passare i momenti piu’ difficili in quel posto cosi’ sperduto e lontano da casa…”. Scrive anche una soldatessa: “Orgoglio italiano e della nostra amata terra! Ciao capitano….”. (AGI)
                                                    IL Capitano  Giuseppe La Rosa

                                                                 Foto: agi. it
 

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